Indici finanziari: quali sono i più importanti e cosa misurano?
Quando trasformi un’idea di business in un’attività concreta, ti rendi conto che ci sono molti aspetti da considerare per valutarne le performance e la sostenibilità nel tempo. Dunque, è necessario individuare e analizzare quegli indici finanziari che ti consentano di misurare la capacità dell’azienda di essere efficiente e solvibile.
In pratica, hai bisogno di sapere quali dati raccogliere per avere un quadro chiaro di come la tua attività riesca a trasformare i margini operativi in liquidità e a far fronte alle passività. Questo è lo scopo degli indici finanziari. E non è un caso che vengano chiamati anche indici di liquidità o indici di solvibilità.
Dunque, il tuo modello di business è sostenibile? L’attività caratteristica d’impresa sta generando un flusso di entrate tale da garantirti l’equilibrio finanziario? La riclassificazione del bilancio d’esercizio ti permetterà di individuare ed estrapolare quegli indicatori che sapranno rispondere a queste e molte altre domande. Vediamo quali sono i più importanti.
Indici finanziari: prendi in mano le redini della tua azienda
Attraverso la rielaborazione dei bilanci è possibile costruire numerosi indicatori. Tuttavia, è bene sottolineare che la significatività delle informazioni raccolte non è prettamente quantitativa. Bensì, è correlata alla capacità degli indici individuati di mettere in evidenza le relazioni fra i valori, affinché sia possibile leggere il bilancio in modo sistematico e integrato.
È un’attività complessa. Richiede conoscenze ed esperienza. Ma non è possibile farne a meno. Comprendere l’efficienza finanziaria dell’azienda è cruciale per verificare se le scelte strategiche intraprese siano corrette e il modello di business sia sostenibile. Solo in questo modo è possibile avere una visione prospettica che consenta di definire budget coerenti e pianificare tempestive azioni correttive, quando necessario.
Dunque, in base all’obiettivo che vuoi raggiungere, dovrai prendere in considerazione e mettere in correlazione tra loro specifici indici di bilancio. In un altro articolo, abbiamo già visto quali siano i principali indicatori di redditività aziendale e come consentano di sviluppare un’analisi economica realistica della tua attività. Ora, ci concentreremo sugli indici finanziari.
Vedremo come sia possibile misurare il rapporto tra le passività e le attività correnti, per determinare se l’azienda è finanziariamente sana, oppure sia necessario intervenire. Procediamo.
Quand’è che un’azienda è finanziariamente sana?
Partiamo dal presupposto che l’azienda con una struttura finanziaria sana è quella che è in grado di far fronte alle uscite e alle esigenze di investimento con le entrate correnti. È un equilibrio che non si manifesta magicamente, ma come naturale conseguenza di un approccio a una corretta strategia di finanziamento che tenga in considerazione:
- investimenti a medio e lungo termine, con l’impiego di capitale proprio, o debito a lungo termine, destinati a immobilizzazioni che dovranno restare in azienda per molto tempo;
- investimenti a breve termine, con l’impiego di capitale proprio, o debito a breve termine, destinati a restare in azienda per periodi limitati. Un esempio ne sono l’acquisto di merci, materie prime, ecc. In questo caso, si presume che l’investimento produrrà un’entrata di cassa a breve e sarà dunque in grado di sostenere un normale ciclo di ritorno del capitale.
Dunque, gli indici finanziari misurano quanto la tua azienda sia in grado di pagare con regolarità tutti i debiti contratti, sia nel breve che nel lungo periodo. Ma non solo. Ecco perché è necessario considerarli in 2 gruppi distinti:
- indici finanziari di copertura – servono a mettere in evidenza il corretto o scorretto utilizzo delle fonti di finanziamento;
- indici finanziari di liquidità – servono a evidenziare la capacità o l’incapacità dell’azienda di far fronte con regolarità al proprio indebitamento.
Sostanzialmente, gli indici finanziari analizzano le correlazioni tra investimenti e finanziamenti. Quindi, una corretta correlazione finanziaria dovrebbe presentare un attivo circolante maggiore delle passività a breve.
Ora che il quadro generale è più chiaro, analizziamoli. Scopriamo insieme cosa ci dicono gli indicatori finanziari di copertura, solvibilità, rotazione e dilazione.
Indice finanziario di copertura
L’indice finanziario di copertura esprime il corretto utilizzo delle fonti di finanziamento. Quindi, riguarda la relazione tra le risorse investite nel medio e lungo termine (immobilizzazioni) e le fonti di finanziamento che presentino le medesime strutture temporali di pagamento (capitale proprio e debiti a medio e lungo termine). Ovvero, è un indice che evidenzia la solidità patrimoniale dell’azienda. In particolare, possiamo parlare sia di indice di copertura delle immobilizzazioni che di indice di copertura globale.
Indice delle immobilizzazioni (autocopertura)
È l’indice che prende in considerazione solo il capitale proprio ed evidenzia se sia in grado di finanziare le immobilizzazioni. Quindi, è ottenibile con la formula: Capitale Proprio / Attività immobilizzate. Il valore dell’indice che deriva da questo calcolo viene espresso in unità e può essere:
- maggiore di 1 – indica una situazione ottima;
- uguale a 1 – indica che tutte le immobilizzazioni sono finanziate con capitale proprio;
- inferiore a 1 – richiede degli approfondimenti. Potrebbe essere che la parte di immobilizzazioni non coperta dal capitale proprio sia finanziata da debiti a lungo termine. In questo caso, esisterebbe comunque un equilibrio finanziario. Se non fosse così, o se parte delle immobilizzazioni risultasse finanziata da debiti a breve termine, allora esisterebbe uno scorretto utilizzo delle fonti di finanziamento che porterebbe a uno squilibrio finanziario.
È importante considerare che non tutte le aziende sono uguali. In alcuni settori, ad esempio in ambito di erogazione servizi, è abbastanza normale registrare un indice di autocopertura delle immobilizzazioni più basso. Quindi, l’analisi degli indici deve essere svolta con consapevolezza da professionisti specializzati e in grado di considerare tutti potenziali fattori che andranno a influenzare i risultati ottenuti.
Indice di copertura globale
Questo indice mette in evidenza se il capitale permanente, inteso come la somma del capitale proprio e dei debiti a medio e lungo termine, sia in grado di finanziare le immobilizzazioni. La formula per ottenerlo è: Capitale Permanente / Attività immobilizzate. Anche in questo caso, il valore viene espresso in unità e può essere:
- maggiore di 1 – segnala una situazione ottimale e un corretto utilizzo delle fonti di finanziamento, ovvero le immobilizzazioni sono finanziate con capitale, che sia proprio o di debito a lungo termine, destinato a rimanere vincolato in azienda per periodi medio lunghi;
- uguale a 1 – indica che tutte le immobilizzazioni sono finanziate con capitale permanente;
- inferiore a 1 – segnala uno squilibrio nella relazione tra investimenti e finanziamenti.
Questi indici finanziari di copertura risultano essere particolarmente importanti, poiché esprimono la solidità patrimoniale e vengono utilizzati come principali anticipatori dello stato di insolvenza.
Indice finanziario di liquidità o solvibilità
Questi indici finanziari esprimono la solvibilità dell’azienda. Ovvero, la sua capacità a far fronte agli impegni finanziari di prossima scadenza con le proprie risorse liquide o prontamente liquidabili. Gli indici di liquidità o solvibilità maggiormente utilizzati sono:
- indice di liquidità primaria (Quick ratio o Acid ratio) – esprime le condizioni di solvibilità dell’azienda e mette in correlazione l’attivo circolante senza le scorte (al numeratore) con i debiti a breve (al denominatore). In pratica, esprime la capacità di far fronte ai debiti a breve utilizzando le disponibilità liquide immediate, senza considerare le scorte di magazzino. È considerato soddisfacente un indice vicino a 1. Un valore inferiore segnala problemi di solvibilità nel breve periodo;
- indice delle disponibilità correnti (Current ratio) – esprime la capacità delle attività correnti di far fronte alle passività a breve termine. Il valore espresso dal calcolo dovrebbe essere maggiore di 1, poiché significherebbe che l’azienda è in grado di far fronte alle passività correnti con le attività correnti. Invece, un valore inferiore a 1 segnalerebbe gravi problemi di solvibilità nel breve periodo. A differenza dell’indice di liquidità primaria, al numeratore figurano anche le attività realizzabili, ovvero materie prime, merci e scorte.
È possibile calcolare un indice ancora più preciso, se sono disponibili i dati riguardanti le scadenze dei debiti a breve, poiché consentono di confrontare le liquidità immediate e i debiti di prossima scadenza. Viene chiamato anche indice di liquidità secondaria o indice secco di liquidità.
Indice finanziario di rotazione (turnover)
L’indice di rotazione esprime il numero di volte in cui, in un determinato periodo di tempo, le rimanenze di magazzino ruotano o si rinnovano. È un indicatore molto importante per una corretta gestione delle scorte ed è uno strumento utile in diverse aree aziendali, dal magazzino al cost controlling, fino alla pianificazione degli acquisti.
Il calcolo di questo indicatore è abbastanza semplice. È possibile ottenerlo rapportando i ricavi delle vendite in un determinato arco di tempo con lo stock medio a magazzino nello stesso periodo. L’indice di rotazione può essere espresso anche in giorni moltiplicando il risultato ottenuto dal calcolo per 365. In questo caso, esprime il tempo necessario affinché il capitale impiegato sia rigenerato attraverso le vendite.
Una bassa rotazione di magazzino può segnare un eccessivo investimento in scorte, ovvero di risorse finanziarie bloccate che non stanno alimentando le entrate dei flussi di cassa.
Indice finanziario di dilazione
Nell’analizzare le componenti del capitale circolante netto (CCN), con lo scopo di individuare potenziali situazioni di crisi a breve termine, è indispensabile monitorare anche gli indici finanziari di dilazione:
- giorni di dilazione media concessi ai clienti (indice di rotazione del credito) – espresso dalla relazione tra il fatturato e la massa dei crediti verso i clienti in un determinato periodo di riferimento. Il valore deve essere più basso della dilazione media ottenuta dai fornitori;
- giorni di dilazione media ottenuti dai fornitori (indice di rotazione dei debiti) – espresso dalla relazione tra il costo del venduto (ricavato dal conto economico) con la media dei debiti commerciali del periodo (ricavato dallo stato patrimoniale). L’indicatore determina la tempistica nell’adempiere ai debiti contratti ed è correlato ai tempi di dilazione di pagamento concordati con i propri fornitori.
Questi 2 indici finanziari sono strettamente correlati fra loro. Se l’indice di rotazione del credito è più alto dell’indice di rotazione dei debiti, la tua attività rischia squilibri finanziari non previsti, che potrebbero minarne la sostenibilità.
Monitora gli indici finanziari corretti per avere un’azienda efficiente e solvibile
Conoscere e analizzare gli indici finanziari che manifestano lo stato di solvibilità e liquidità della tua azienda è imprescindibile per preservarne gli equilibri e puntare alla crescita. Ignorarli non è possibile. Sono informazioni necessarie a comprendere se le attività strategiche intraprese stiano funzionando correttamente e il tuo modello di business sia sostenibile.
Districarti nella ricerca e analisi degli indicatori utili a pianificare una gestione d’impresa efficace e prospettica non è semplice, ma è necessario. Devi avere il controllo e sapere con tempestività se la rotta aziendale intrapresa sia corretta o stia conducendo verso un possibile stato di crisi.
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